Autore: Luca Abelli

Agiografia, politica e società nella Bretagna medievale

Edizione critica e archivio digitale del dossier agiografico di san Macuto.

Fonte dell'immagine di copertina: Wikimedia Commons

1. Il progetto

La ricerca verte sullo studio del dossier agiografico mediolatino di san Macuto (saint Malo o san Maclou a seconda delle varianti onomastiche), un santo bretone la cui biografia ricca di episodi miracolosi e inverosimili si inserisce nel contesto delle vite dei santi insulari, sempre abbondanti di episodi fantastici che molto riprendono dalla cultura celtica di sostrato. Il dossier è composto da sei testi (rispettivamente catalogati dalla Bibliotheca Hagiographica Latina con i numeri 5116, 5117, 5118, 5119, 5120 e 5124), composti probabilmente tra il IX e il XII secolo, un numero assai elevato considerando che non si tratta certo di uno dei santi più conosciuti nell’Europa medievale, e diffusi in un’area geografica molto ristretta che si può circoscrivere come Nord della Francia (soprattutto Bretagna, la terra natale del santo) e attuali Belgio e Olanda.

Lo studio di questi testi riveste un grande interesse da diversi punti di vista; anzitutto accende un faro su un’area poco studiata d’Europa, la Bretagna, sulla quale si incontrano diverse culture: quella celtico-insulare con la quale i bretoni si identificano, quella germanica portata dal potente vicino franco e quella latina che arriva con la diffusione della religione cristiana, che in questa area incontra non poche difficoltà. Le opere della raccolta agiografica mostrano inoltre, tra le righe, un vero e proprio conflitto di politica ecclesiastica, frutto del clima di scontro tra gli stessi bretoni e i vicini franchi, che si riflette sul clero dal momento che nella penisola esso era principalmente franco e costituiva un mezzo di controllo indiretto su quelle terre che non erano state sottomesse con le armi. Il tentativo di liberarsi da questo giogo crea una spaccatura nella Chiesa bretone che le vitae di san Macuto evidenziano. Infine ponendo l’attenzione sull’aspetto diacronico i testi mostrano anche la progressiva eliminazione dell’elemento celtico e meraviglioso dal cristianesimo bretone evidenziando così la regolarizzazione religiosa dell’area che si allinea alla Chiesa romana.

Per tutti questi motivi è necessario anzitutto dotare queste opere di nuove edizioni dato che alcune o sono inedite o le edizioni presenti sono ormai datate e basate su una minima parte dei manoscritti che oggi conosciamo. La prima parte del progetto, si pone dunque come scopo quello di produrre edizioni critiche tradizionali per ognuno dei testi.

2. Edizioni digitali con EVT

Il progetto prevede di affiancare alle edizioni tradizionali di ognuno dei testi, anche la rispettiva edizione digitale, pensata come completamento e sviluppo della ricerca e non come una semplice trasposizione informatica di ciò che è scritto su carta (infatti le due tipologie oltre ovviamente a contenuti comuni, anzitutto il testo, ne presenteranno anche di esclusivi): il formato tradizionale prevede che il lettore segua il percorso che chi ha prodotto lo studio ha tracciato, quello digitale invece trasforma il lettore in utente attivo, permettendogli di creare un suo percorso di ricerca esplorando i contenuti a seconda del livello da lui scelto.

Per realizzare questa sezione del progetto si è scelto di utilizzare anzitutto il linguaggio di codifica TEI (Text Encoding Initiative), un DTD (Document Type Definition) di XML sviluppato da un consorzio internazionale di istituzioni letterarie che attualmente costituisce lo standard per la rappresentazione dei testi in formato digitale. La prima operazione da compiere è dunque la codifica attraverso editor di testo che supportano estensioni per TEI (come Visual Studio Code, link: https://code.visualstudio.com/), gratuito ma a cui vanno aggiunte estensioni, o Oxygen XML Editor (https://www.oxygenxml.com/, che supporta nativamente il TEI ma viene distribuito su licenza) e che facilitano la creazione della struttura generale e la codifica stessa evidenziando eventuali errori e fornendo suggerimenti.

La struttura base del file comprende principalmente un header e un text. Nel primo sono contenuti tutti i dati sull’edizione digitale: si specificheranno qui titolo, autore, editore, informazioni sulla pubblicazione, descrizioni dell’eventuale rapporto con una versione tradizionale, descrizione delle fonti e altre informazioni tutte usando una serie di tag predefinito racchiusi l’uno nell’altro secondo quella che è la struttura di TEI e dei file XML in generale. Il text invece sarà suddiviso ulteriormente in tre sezioni: il front che riprende tutto ciò che si trovi nella parte introduttiva di un'edizione standard ivi compreso la costruzione degli stemmata, la spiegazione delle scelte editoriali, un breve accessus al testo ecc…, il body che racchiude il testo critico vero e proprio con tutte le varianti e la traduzione ed infine un back che contiene eventuali appendici. Lo schema di lavoro qui descritto è piuttosto generale ma descrive abbastanza bene le operazioni di preparazione che sono essenzialmente un’opera di marcatura, ovvero di catalogazione dei vari elementi tramite tag che portano significato semantico: da ciò che è semplice testo a varianti, nomi di luoghi, di persone, lacune, date, bibliografia, manoscritti… Un aspetto importante del lavoro riguarda la precisione della descrizione, perché TEI permette di scendere in particolari sempre più minuti (ad esempio il materiale di cui è costituita la sovraccoperta di un manoscritto o l’inchiostro usato in una pagina); sta ad ogni editore scegliere il livello e la profondità della codifica. Nel nostro caso, ci si atterrà ad un livello medio-basso di marcatura sia per la mole del lavoro, sia perché un serio limite è rappresentato dalla trasposizione in HTML del file TEI.

Un file TEI infatti, come si può vedere dall’immagine 1, contiene i dati ormai codificati su cui si basa l’edizione ma in una forma difficilmente leggibile e che non prevede alcuna interazione:

Immagine 1:

Per permetterne la fruibilità e la disponibilità sul web bisogna dunque trasporre quanto realizzato in HTML. Per avere uno strumento il più possibile modellabile sulle proprie esigenze, occorrerebbe utilizzare il linguaggio di trasformazione XSLT (EXtensible Stylesheet Language Transformations), ma la richiesta in termini di tempo lo rende sconsigliabile e l’esistenza di una valida alternativa ha fatto sì che la scelta ricadesse su quest’ultima. Sì è dunque scelto di utilizzare EVT (Edition Visualization Technology), un programma open access sviluppato dal professor Roberto Roselli Del Turco e dal suo team, ed in particolare la versione 2, essendo la prima oramai datata e più rivolta ad edizioni diplomatiche e la 3 non ancora disponibile. L’applicativo si basa sul framework Angular JS e attraverso un file di configurazione (.json) permette di impostare graficamente l’edizione, che nel nostro caso è di tipo critico, non diplomatico, con la possibilità di visualizzare il testo critico e, a scelta dell’utente, apparato (immagine 2), traduzione, contenuto o dettato dei singoli manoscritti in una o più divisioni dello schermo (immagine 3), restituendo una visione d’insieme che non sarebbe ottenibile con la forma cartacea, tramite la prima barra delle funzioni posta in alto a destra.

immagine 2:

immagine 3:

La barra interattiva sottostante permetterà inoltre tutta una serie di altre funzioni tra le quali: ottenere informazioni e contenuto dei manoscritti che riportano il testo, leggere la parte introduttiva che aveva trovato posto nel front del file TEI (immagine 4), esplorare indici e paratesto e passare velocemente da una sezione all’altra del testo.

Immagine 4:

Grazie ai tag posti nel medesimo file TEI in corrispondenza di nomi di personaggi, di luoghi e date sarà inoltre possibile fare ricerche per questi ultimi usando la barra posta in basso a destra. Usando caratteristiche già comprese in EVT si potrà inoltre fare ricerche per parola o frase e ingrandire o diminuire la dimensione dei font di scrittura.

EVT è uno strumento molto utile e potente ma non privo di qualche criticità: anzitutto, come è normale, non può coprire l’interezza di ciò che è codificabile in TEI, alcune informazioni codificate non possono dunque essere visualizzate, per questo motivo sembra insensato scendere ad un livello troppo basso di codificazione, e la regola seguita per questo lavoro sarà di non codificare in TEI ciò che non sarà poi possibile vedere in EVT. Inoltre per rendere lo strumento più agile non saranno visualizzate negli apparati alcune varianti di importanza minore (ad esempio quelle grafiche), non sarà presente il commento e le parti di paratesto avranno un’estensione ridotta rispetto all’edizione standard cartacea, dal momento che, come detto, si tratta di strumenti complementari e non di un semplice trasposizione su medium diverso degli stessi materiali.

Una seconda criticità è rappresentata dall’impossibilità di visualizzare in un’unica schermata EVT testi di opere differenti, ogni edizione di ciascuno dei componenti del dossier agiografico produce quindi un index.html che costituirà una pagina web a sè stante, il che costituisce una problematica abbastanza importante: per risolvere la questione si potrebbe modificare il codice sorgente di EVT ed implementare questa nuova caratteristica, ma ciò si rivela in termini pratici impossibile per la complessità del codice stesso, di conseguenza, per poter dare un aspetto unitario al lavoro, si progetta di costruire una pagina web “contenitore” dell’edizione che permetta di selezionare i link per arrivare a ciascun testo, oltre ovviamente ad una spiegazione generale del progetto e del funzionamento dei vari strumenti.

3. Uno strumento digitale di confronto

La poca flessibilità di EVT di cui sopra non permette la realizzazione dell’ultimo degli scopi che la parte digitale del lavoro vorrebbe avere, ossia la possibilità di istituire un confronto, non tra manoscritti del medesimo testo, ma tra il testo critico delle diverse parti del dossier, cosa che rappresenterebbe un passaggio fondamentale per mostrare in modo sinottico le differenze e le identità tra i vari prodotti agiografici e rendere evidenti i cambiamenti apportati e le motivazioni politiche e religiose alla loro base. Non potendo, come si è detto, modificare il codice di EVT, questa funzione verrà realizzata a parte, se i tempi lo permetteranno, creando un “confrontatore” tramite il framework Angular: l’idea è di sviluppare uno strumento molto agile che, sfruttando la composizione in episodi che presentano tutte le opere incluse nel dossier, permetta di selezionarne uno da un menù e mostrare i testi che lo riportano uno accanto all’altro, evidenziando le parti uguali e le differenze, tra uno o più testi a scelta dell’utente. Questo strumento di confronto non riporterà le varianti (funzione già svolta dalle edizioni in EVT) ma solo il testo critico e sarà integrata alla pagina “contenitore”, andando a colmare le lacune di EVT e a concludere le possibilità di esplorazione del contenuto per ciascun utente permettendo di creare propri confronti e diventando parte attiva nella ricerca.

4. Stato attuale di completamento

Attualmente il progetto è ancora in una fase embrionale perché alla base del lavoro digitale c’è la preparazione di edizioni critiche di tutte le parti del dossier, ancora in corso di svolgimento e sempre a rischio di non essere definitiva e accumulare ritardo nel caso vengano trovati nuovi testimoni; è stato inoltre necessario acquisire e comprendere il funzionamento di tutti gli strumenti a disposizione. Al momento attuale, mentre prosegue la preparazione delle edizioni, sta iniziando la creazione di quelle parti dei file TEI che non necessitano di avere un testo definitivo e di pari passo si sta sperimentando la resa in EVT per poi inserire le edizioni vere e proprie quando queste saranno ultimate. A questo proposito si sottolinea che gli screenshot delle schermate qui riportati si riferiscono ad un lavoro che è ancora in fase di costruzione e non definitivo, per questo possono dare un’idea dell’output finale ma non lo rappresentano.